Ettore Bernieri, canarini e bigiotteria. In due parole tutta “l’azienda” di questo popolare personaggio della Ghiaia, che fin da ragazzo (è nato nel 1937), nonostante le difficoltà di esprimersi e di muoversi, ha sempre trafficato per guadagnarsi da vivere.
Un carrettino sul quale arrancare da Strada Nuova al mercato, e via. E alla sera Torén non manca di contare qualche soldo veramente sudato. È un esempio per tanti che non hanno la forza d’animo per vincere malattie e deformità; e poi Ettore è anche simpatico (oltre che furbo: è difficile imbrogliarlo), e una volta che alcuni malvagi gli hanno gettato il carretto nel torrente, l’opinione pubblica ha reagito immediatamente e una colletta sulle pagine della Gazzetta gi ha restituito subito la sua “azienda”.
Ma ormai anche in Ghiaia i clienti dei canarini e dei lunari piacentini, dei lacci da scarpe e degli elastici, si sono diradati e il povero Torén dovrà cercarsi nuove mercanzie, in una impossibile lotta con il progresso che non lascia più spazio agli ambulanti, alle merci curiose, agli individualisti, agli improvvisatori.
Tratto da “Gente di Parma” di Tiziano Marcheselli (1979)