I tortelli ben riusciti, secondo la formula popolare della città, dovranno essere;

Lóngh coll sò còvvi,
tgnìss sènsa vensàj.
Foghè in-t-al butér
e sughè col formàj.

In effetti, in città si pretende che i tortelli non siano simili a quei tozzi ravioletti quadrati, col ripieno a fior dei bordi, che si vedono spesso già confezionati in certi negozi, ma di forma rettangolare, con tanto di “code”, e sodi di pasta, perché non si aprano o si rompano o si sfilaccino.
Insisto sulla prudenza nell’uso della noce moscata, il cui aroma pungente troppo spessi guasta irrimediabilmente il sapore del ripieno.

Tratto da “La Cucina Popolare Parmigiana” di Guglielmo Capacchi (1985)