“San Loréns dàla gran caldùra, Sant’ Antònni dàla gran fardùra, vón e ch’ l’ ätor poch la dùra”

Il 10 Agosto la chiesa ricorda San Lorenzo Martire e, nelle nostre campagne, esplodono le sagre. È il santo del caldo “San Loréns dàla gran caldùra, Sant’ Antònni dàla gran fardùra, vón e ch’ l’ ätor poch la dùra” e delle stelle cadenti.

Da tempi immemori la notte del 10 di Agosto è dedicata al martirio di San Lorenzo e le stelle cadenti sarebbero la lacrime vesate dal santo durante il suo supplizio che vagano eternamente nei cieli e scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì creando così un’atmosfera pervarsa di magia, mistero e carica di speranza.

In questa notte, infatti, si crede possano avverarsi i desideri di tutti coloro che si soffermano a scrutare il cielo per osservare quella cascata di fuoco che, attraversando la volta blu, accende nell’anima la speranza.

Nella tradizione popolare le stelle cadenti sono dette anche “fuochi di San Lorenzo” perché ricordano le scintille provenienti dalla graticola sulla quale le usanze popolari vogliono sia stato sacrificato il martire.

Anche se Lorenzo fu decapitato e non bruciato, ma la tradizione è così radicata che, alla gente, piace credere che le stelle cadenti siano un suo segno di speranza che trafigge il buio della notte agostana.

Tratto da “Strolghe” di Lorenzo Sartorio (1990)