Chi è il più cretino della barca?
Di cretini, ne è pieno il mondo. Ma il primo della barca è da considerarsi solo colui che in un dato gruppo ha fatto la figura più meschina. Colui che riesce a comportarsi peggio degli altri o subisce il maggior danno da un’impresa.
Un tempo si diceva anche ésor la bärca di minción (esser la barca dei minchioni) ma stranamente non si faceva riferimento ad un gruppo di individui, come ci farebbe sospettare il termine bärca, ma ad uno solo. In pratica il modo di dire significava essere scemo o comportarsi da sciocco.
Cretini storici
Il modo di dire nasce da un gioco, Al Zógh ädla Bärca di Cojón, di cui esistono due esemplari ottocenteschi in dialetto parmigiano: La véra Bärca di Cojón (Parma, Filippo Carmignani, 1826). Esiste anche un gemello in italiano: Il Gioco della Barca, della metà dello stesso secolo.
Il disegno al centro del foglio è lo stesso in entrambi: raffigura un gruppo di gitani in costume settecentesco su una barca che viaggia in mare a vela spiegata. Tutt’intorno corrono dei numeri sui quali, per mezzo di dadi, si puntano delle monete secondo determinate regole. Chi per primo rimane senza monete è al pu cojón ädla bärca e quindi ha perso.
Una nave di stolti
I costumi settecenteschi raffigurati fanno pensare che i due fogli siano copie di esemplari più vecchi di quasi un secolo. Tuttavia soltanto il Dizionario Malaspina (1854) registra questa bärca di cojón o di minción; mentre il Dizionario Peschieri ancora nel 1836 non ne fa alcun cenno. Può darsi, tutto sommato, che il pericoloso gioco d’azzardo non sia di origini poi tanto antiche.
Certo è che nella bärca di cojón rimane, a livello popolare, l’eco della navis stultorum della tradizione tardo-medioevale.
Tratto dal libro “Che lavór, sjòr Gibartén!” di Guglielmo Capacchi (1997)