“(โฆ) ๐ฆ๐ณ๐ข๐ท๐ช ๐ถ๐ฏ๐ข ๐ฎ๐ฐ๐ฏ๐ต๐ข๐จ๐ฏ๐ข ๐ฅ๐ช ๐ง๐ฐ๐ณ๐ฎ๐ข๐จ๐จ๐ช๐ฐ ๐๐ข๐ณ๐ฎ๐ช๐จ๐ช๐ข๐ฏ๐ฐ ๐จ๐ณ๐ข๐ต๐ต๐ถ๐จ๐จ๐ช๐ข๐ต๐ฐ ๐ด๐ฐ๐ฑ๐ณ๐ข ๐ญ๐ข ๐ฒ๐ถ๐ข๐ญ๐ฆ ๐ด๐ต๐ข๐ท๐ข๐ฏ ๐จ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ช ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฏ๐ช๐ถ๐ฏ๐ข ๐ข๐ญ๐ต๐ณ๐ข ๐ค๐ฐ๐ด๐ข ๐ง๐ข๐ค๐ฆ๐ท๐ข๐ฏ, ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ง๐ข๐ณ๐ฆ ๐ฎ๐ข๐ค๐ค๐ฉ๐ฆ๐ณ๐ฐ๐ฏ๐ช ๐ฆ ๐ณ๐ข๐ท๐ช๐ฐ๐ญ๐ช (โฆ).”
“(โฆ) ๐ฆ๐ณ๐ข๐ท๐ช ๐ถ๐ฏ๐ข ๐ฎ๐ฐ๐ฏ๐ต๐ข๐จ๐ฏ๐ข ๐ฅ๐ช ๐ง๐ฐ๐ณ๐ฎ๐ข๐จ๐จ๐ช๐ฐ ๐๐ข๐ณ๐ฎ๐ช๐จ๐ช๐ข๐ฏ๐ฐ ๐จ๐ณ๐ข๐ต๐ต๐ถ๐จ๐จ๐ช๐ข๐ต๐ฐ ๐ด๐ฐ๐ฑ๐ณ๐ข ๐ญ๐ข ๐ฒ๐ถ๐ข๐ญ๐ฆ ๐ด๐ต๐ข๐ท๐ข๐ฏ ๐จ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ช ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฏ๐ช๐ถ๐ฏ๐ข ๐ข๐ญ๐ต๐ณ๐ข ๐ค๐ฐ๐ด๐ข ๐ง๐ข๐ค๐ฆ๐ท๐ข๐ฏ, ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ง๐ข๐ณ๐ฆ ๐ฎ๐ข๐ค๐ค๐ฉ๐ฆ๐ณ๐ฐ๐ฏ๐ช ๐ฆ ๐ณ๐ข๐ท๐ช๐ฐ๐ญ๐ช (โฆ).”
Sono parole di Giovanni Boccaccio che, nella terza novella dell’ottava giornata del suo Decamerone, descrive questa felice contrada di Bengodi.
L’anno รจ il 1348 e la distanza che ci separa da quella data รจ colmata da una ricca serie di citazioni, storie ed aneddoti (dei quali chi produce questo formaggio va giustamente fiero) che dimostrano che, quando parliamo del Parmigiano-Reggiano come di “un simbolo di cultura e civiltร ”, non pecchiamo, certo, di un eccesso di enfasi.
Quella dei mastri casari che, in un’area ristretta e stabilita per legge (determinante รจ, infatti, per la qualitร della produzione, oltre alla genuinitร della materia prima, la collocazione geografica), seguono la lavorazione con rigore e passione (dalla scelta del latte sino al prodotto finito) non รจ una tecnica produttiva ma un’arte.
Tratto da “Il Parmigiano-Reggiano – Un Simbolo di Cultura e Civiltร ” (1992)