Io Parlo Parmigiano

Mozart a Parma

Finalmente, dopo un giorno di viaggio, la carrozza dei Mozart varcò le porte di Parma. La città li accolse con il suo inconfondibile fascino barocco, un tripudio di architetture maestose e dettagli raffinati che dovettero colpire profondamente il giovane compositore.Parma, con la sua ricca tradizione musicale, rappresentava una tappa fondamentale del grand tour italiano di Mozart. La citta ducale, infatti, vantava una vivace scena artistica, con il suo teatro e le numerose chiese dove la musica sacra fioriva rigogliosa. L'arrivo a Parma non fu solo una sosta nel viaggio, ma un'immersione totale in un ambiente culturale stimolante. Il giovane Wolfgang ebbe l'opportunità di ascoltare nuove…

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Garbin

Uno era Garbin. I servizi sociali avevano cercato più volte di trovargli una sistemazione in casa protetta, ma Garbin viveva bene in ospedale. Non appena veniva dimesso dal reparto usciva, sceglieva una delle strade che fiancheggiavano il Maggiore, si sdraiava in mezzo alla carreggiata e aspettava di essere soccorso. Via Abbevveratoia, viale Osacca, via Gramsci erano vie molto frequentate e in poco tempo Garbin era di nuovo ricoverato. I medici ormai lo conoscevano e per evitare che facesse troppa confusione in reparto, dato che ormai considerava le corsie come fossero casa sua, scrivevano una lettera di dimissioni "preventiva" pronta per essere siglata anche nel cuore…

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Luigi Apolloni

Ero in comproprietà fra la Pistoiese e la Reggiana quando il Parma mi chiamò alla sua corte. Andai a Milano, al mercato, a firmare il contratto con Canuti. Esordii in campionato contro la Cremonese, giocammo male, perdemmo. Fu un campionato dignitoso. Sembrò cambiare la musica con l’arrivo di Zeman tanto è vero che battemmo in amichevole anche il Real Madrid. Ci illudemmo ma la realtà fu molto dura. A Tizzano in ritiro, lavorammo come matti, io avevo le vesciche ai piedi, non riuscivo a correre dal dolore. Colpa delle corse sull’asfalto. Bozzetti mi rimise in piedi curandomi anche una caviglia che aveva calcificazioni. Sogliano mi…

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Il Taro Taro

Correva l'anno 1971 e mentre veniva pubblicato il brano di John Lennon "Imagine" e a Londra apriva il primo "Hard Rock Cafè", Sergio Bertazzon, reggiano di Casalgrande, durante un pranzo con l'amico Gino Manganelli, titolare del ristorante albergo "La Pineta" di Collecchio, ebbe l'idea di aprire un locale dove si potesse ballare anche bevendo un drink e ascoltare i migliori cantanti italiani e stranieri.Manganelli gli propose un appezzamento di terreno vicino alla "polveriera" posta ai piedi dei Boschi di Carrega.[…] Anticipando le strategie future del locale, che avevano come obiettivo soprattutto le ospitate VIP, il 1° Giugno 1972 il TaroTaro Club inaugurò con un testimonial…

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La Rina

Poesia di Tato Mazzieri tratta da "Cór Pramzàn - raccolta di poesie inedite" a cura di Luigi Casalini. Mi conòss 'na sartorén'na ch' l' é 'n tezòräd blèssa e d' elengànsa 'd personäl;la s' ciàma Rìna, e mi a gh' ò fat l' amórda cuànd a gh' ò balè al vegljón äd Carnväl. Cuànd mi a la bäz in-t-la sò bòcca 'd sréza,la m' guärda e pò la m' dìz:  ‭« Mio caro Tatoda cuànd a t' m' è bazè dardè a cla sésa,immensamente, mi, t' ho tanto amato! » L' amór, dìz la moräla, l' é 'na spézach' la s' fà vlontéra ànca dardè…

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Al fontanär (l’idraulico)

La rezdóra l' é preocupädagh' é ròtt al rubinètt, la ca' alagäda. Mo guärda! Al fontanär al n' é vén mìgae dir che par pagär fagh mìga fadìga -.Arìva finalmént, vèrs il cuàt'r ór'n òmm distìnt, la bórsa cmé 'n dotór. In déz minùd al guäi l' é riparè. Co' gh' vén? -. La dìz, coj sòld zà preparè. J' én sìnch mìlla frànch -. Oh màma mìa!A gh' é gnù cuäzi mäl, n' é mìga bozìa. Sìnch mìlla franch? Eh che lavór!n' ò gnànca paghè tant al mé dotór -. A crèd dabón, a crèd sénsa ch' la giùra,cära la mé sjòra, la vìtta…

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Il brodo e il “Pieno”

Le nostre nonne, alla Domenica, quasi si mettessero d'accordo, per primo servivano in tavola la minestra in brodo "pàsta ràza" (pasta grattugiata) e come secondo il bollito misto: manzo, gallina e l'immancabile "pjén" con le varie salsine del rito frutto delle antiche ricette che ogni famiglia parmigiana si porta appresso nei secoli come il proprio cognome. Se il "pjén" della Domenica doveva risultare buono, quello per il pranzo di Natale doveva essere superlativo anche perché, quello morbido "digeribile" che fluttuava nella pentola, era uno dei "complici" del brodo dentro il quale dovevano nuotare gli anolini. A Parma il "pjén" è sempre stato un rito per…

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I Filòs invernali nelle stalle

Li chiamavano «racconti di stalla». Un pò strana come definizione, ma rigorosamente rispondente al vero. Le «storie di stalla» erano quelle che venivano narrate alla gente proprio nelle stalle, ma anche nei «metati», gli essicatoi, che un tempo apparivano come folletti nei boschi del nostro appennino e della vicina Lunigiana. Il ritrovarsi nella stalla in inverno rispondeva all'esigenza di trascorrere, dopo la spartana cena, un'oretta insieme alla propria famiglia ed ai vicini di casa o di corte, prima di tuffarsi sotto le coperte di quelle stanzone fredde dove dai travi penzolavano i salami ad «asciugare» e dove, nemmeno il «prete», riusciva a scaldare più di…

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L’arrivo dei fast food a Parma

Illustrazione di Daniele Freschi Noi, i ragazzi di San Leonardo, in quegli anni avevamo un chiodo fisso: magnär bén!Le nostre giornate trascorrevano con l'unico obbiettivo di frequentare le migliori trattorie della città, pur non disdegnando qualche fugace passaggio in paninoteca.[…] Tra il dire e il non dire, si iniziava proprio in quelle cene a parlare di un possibile sbarco in città di un marchio americano conosciuto in tutto il mondo. "Chi éni lilór? Còjj di hamburgher? A Pärma? Mo läsa lì…!" […] Una volta arrivato il fatal giorno dell'inaugurazione, D-day cittadino, anche noi ragazzi di San Leonardo decidemmo di andare a scoprire la grande novità.…

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Borgo dei Grassani

Da via Costituente (3^ laterale a sinistra) a Borgo San Giuseppe. Antica famiglia parmense, della quale si hanno notizie sin dal 1442; un Bartolomeo Grassani, figlio di Genesio, era cittadino di Parma e abitava in quell'anno nella vicinia di S. Basilide in Borgo Minellorum. Un altro Grassani, Cristoforo, nel 1699 possdeva e abitava una casa pesso S. Basilie, come emerge dall'atto di cittadinanza conferitogli (Archivio del Comune). Il Borgo attualmente comprende anche quello di San Giobbe, la cui denominazione proviene dal vicino oratorio (tra via S. Giuseppe e Borgo dei Grassani) costruito nel 1624, cusodito dalla Congregazione della Corona della S. Vergine, fondata nell'oratorio delle…

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